Cos’è Il Patrimonio Mondiale UNESCO

Che cos’è il patrimonio mondiale dell’UNESCO? Chi decide se un sito ha un Valore Universale Eccezionale? Quali sono i criteri per diventare un Sito UNESCO? Il patrimonio culturale e naturale è unico e insostituibile, per questo va tutelato e protetto a livello internazionale. Un sistema efficace di protezione collettiva, organizzato su basi permanenti e secondo metodi scientifici moderni, sostiene i paesi nella salvaguardia dei beni nella conservazione della natura.

La tutela del Patrimonio culturale e naturale mondiale nasce da una presa di coscienza da parte della comunità internazionale sulla necessità di proteggere e conservare certe rappresentazioni tangibili del retaggio culturale di un popolo o di una nazione, elevandola al rango di patrimonio comune dell’umanità.

Ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua applicazione universale. I Siti del Patrimonio Mondiale appartengono a tutti i popoli del mondo, indistintamente.

Per rendere il Patrimonio di tutti è necessario individuare delle politiche comuni e condivise che permettano ai Paesi di sostenersi a vicenda.

L’idea di creare uno strumento giuridico che identificasse gli esempi più significativi del patrimonio culturale era già avvertita prima della Seconda Guerra Mondiale all’interno della società delle Nazioni, ma è solo con la nascita delle Nazioni Unite e con l’istituzione dell’UNESCO che questa idea trova concretezza.

Senza il sostegno di altri Paesi alcuni siti Culturali e Naturali di eccezionale importanza potrebbero deteriorarsi o scomparire, spesso per mancanza di fondi per preservarli. Da questa necessità nasce la Convenzione per la tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale, un accordo ratificato da quasi tutti i paesi del mondo, che mira a garantire le risorse intellettuali e finanziare necessarie per proteggere i siti.

L’istituzione dell’UNESCO
L’United Nation Educational Scientific and Cultural Organization UNESCO è un’agenzia delle Nazioni Unite (ONU), facente parte di un gruppo di istituzioni intergovernative che trattano temi specifici su scala mondiale.
Durante la seconda Guerra mondiale (1942-1945) i governi degli stati Europei, che stavano fronteggiando i Nazisti e i loro alleati, si riunirono in Gran Bretagna per la Conferenza dei Ministri dell’Educazione (CAME – Conference of Allied Ministers of Education). La fine della guerra sembrava lontana e la CAME aveva lo scopo di cercare metodologie efficaci al fine di promuovere la pace e ricostruire il sistema educativo. Da qui nacque l’idea di creare un’organizzazione all’interno delle Nazioni Unite per l’Educazione e la Ricostruzione Culturale. Tale decisione ebbe una profonda eco nell’opinione pubblica che ben presto si concretizzo nell’istituzione dell’UNESCO.
L’Organizzazione della Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura nacque ufficialmente il 4 novembre 1946 a Parigi. L’atto costitutivo venne ratificato da 20 dei 37 paesi presenti. I firmatari furono: Arabia Saudita, Australia, Brasile, Canada, Cina, Cecoslovacchia, Danimarca, Egitto, Francia, Grecia, India, Libano, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Regno Unito, Repubblica Dominicana, Stati Uniti d’America, Sud Africa e Turchia.
Lo scopo dell’UNESCO è dichiarato nel primo articolo della sua Costituzione.
 
Art. I – Scopi e funzioni
1. L’Organizzazione si propone di contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza rafforzando, con l’educazione, le scienze e la cultura, la collaborazione tra le nazioni, allo scopo di garantire il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, a profitto di tutti, senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione, e che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli.
 
Il Governo Italiano aderì all’Organizzazione nel 1947, durante la Conferenza generale di città del Messico, azione ufficializzata con la ratifica dell’Atto Costitutivo il 27 gennaio 1948.
Tale momento storico portò nel 1950 alla costituzione della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO (CNI UNESCO) che ha lo scopo di favorire la promozione, il collegamento, l’informazione, la consultazione e l’esecuzione dei programmi UNESCO in Italia.
Auditorium, UNESCO headquarter, Parigi

Nel 1972, durante la Conferenza Generale UNESCO, venne adottato il testo della Convenzione per la tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale. Il documento ha uno straordinario valore giuridico e storico poiché con essa fu concepita, in maniera assolutamente innovativa, la protezione del patrimonio mondiale come equilibrio di elementi naturali e culturali, individuando contemporaneamente precisi obblighi e responsabilità in capo agli Stati parte circa l’identificazione, la valorizzazione e l’effettiva tutela dei beni protetti dalla Convenzione.

La Convenzione è stata ratificata, durante il corso degli anni, da 194 Stati. Con la loro adesione, gli Stati parte accettano di identificare e designare le proprietà sul loro territorio nazionale da iscrivere alla Lista del patrimonio mondiale. Quando uno stato nomina una proprietà fornisce dettagli sulle caratteristiche e la gestione del bene per il suo mantenimento e si impegna a proteggerei i valori del patrimonio mondiale e a riferire periodicamente sulle loro condizioni.

Il processo che ha portato alla Convenzione
La Convenzione sulla protezione del Patrimonio Mondiale si sviluppa dalla fusione di due movimenti distinti: la preservazione dei siti culturali e la preservazione della Natura. Essa ci ricorda l’imprescindibile interazione tra essere umano e natura e la necessità di preservare l’equilibrio tra i due.
Principali tappe che hanno portato alla Convenzione:
1959 – L’UNESCO lancia una campagna per la salvaguardi ai templi di Abu Simbel, nella valle Nilo che rischiano di rimanere sommersi a seguito della costruzione della diga di Assuan in Egitto.
Prima che le aree archeologiche venissero inondate, UNESCO riuscì a far condurre adeguate ricerche archeologiche, a far smontare, trasportare e rimontare i templi in un’area sicura.
In questa occasione venne preparata una prima bozza della Convenzione.
1962 – Con la Raccomandazione concernente la tutela della bellezza e delle caratteristiche proprie dei paesaggi e dei luoghi, UNESCO promuove la protezione e il restauro di luoghi e paesaggi naturali, rurali e urbani che presentano un interesse culturale o che costituiscono un ambiente naturale tipico.
1965 – La Conferenza Internazionale alla Casa Bianca chiede la creazione di un “Fondo Patrimonio Mondiale” per proteggere i siti naturali, i paesaggi e i siti storici.
1966 – Campagna UNESCO per la salvaguardia di Venezia a seguito della catastrofica inondazione.
1968 – L’UICN (Unione internazionale per la Conservazione della Natura) elabora una proposta di Fondo Patrimonio Mondiale per la natura.
1972 – A seguito di una Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano e del lavoro dei gruppi di esperti di UICN, ICOMOS e UNESCO, tutte le proposte vengono riunite nella Convenzione sulla Protezione del Patrimonio culturale e naturale.
Il salvataggio dei Templi di Abu Simbel, 1960

La World Heritage List è la lista di tutti i siti mondiali che per il loro Eccezionale Valore Universale (OUV –Outstanding Universal Value) culturale o naturale sono stati riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità.

Le proprietà (Siti UNESCO) nel mondo sono 1154, costituiti da 897 siti Culturali, 218 siti Naturali e 39 siti Misti (culturali e naturali insieme). All’interno di queste proprietà ci sono 41 Siti Transfrontalieri, ossia quei siti che ricadono nella giurisdizione di diversi Stati (come il centro Storico di Roma) e 52 siti in pericolo. Tre siti sono stati cancellati dalla lista (Santuario dell’Orice d’Arabia – Arabia Saudita, Valle dell’Elba di Dresda- Germania, Città Marittima Mercantile di Liverpool- Regno Unito) a seguito della verifica da parte del Comitato Patrimonio Mondiale della perdita di alcuni elementi che ne caratterizzavano l’Eccezionale Valore Universale.

Tutti gli Stati membri che aderiscono alla Convenzione costituiscono l’Assemblea Generale. L’Assemblea si riunisce ogni due anni durante le sessioni della Conferenza Generale dell’UNESCO. Ogni paese ha un voto indipendentemente dalle dimensioni e o dall’entità del suo contributo al Fondo per il Patrimonio Mondiale.

L’Assemblea Generale elegge i membri del Comitato Patrimonio Mondiale e determina l’importo dei contributi che devono essere versati dagli Stati parti al Fondo per il patrimonio mondiale

Il Comitato del Patrimonio Mondiale è composto da 21 rappresentanti degli stati Parti.

Si riunisce una volta all’anno in sessione ordinaria. Su richiesta di almeno due terzi degli Stati Il Comitato può riunirsi anche in sessione straordinaria.

Funzioni del comitato:

  • Responsabile dell’attuazione della Convenzione del Patrimonio mondiale
  • Definisce l’uso del Fondo patrimonio Mondiale
  • Assegna assistenza finanziaria su richiesta degli Stati membri
  • Decide sull’iscrizione di una proprietà nella Lista
  • Esamina i rapporti sullo stato di conservazione delle proprietà e chiede di intervenire se le proprietà non sono adeguatamente gestite
  • Decide la cancellazione delle proprietà

Il Comitato ha l’ultima parola sull’iscrizione di una proprietà nella Lista, ma è supportato preventivamente nelle Deliberazioni dagli Advisory Bodies, tre organizzazioni internazionali nominate dalla Convenzione come consulenti: International Union for Conservation of Nature (IUCN); The International Council on Monuments and Sites (ICOMOS ); The International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property (ICCROM).

Il Centro Patrimonio Mondiale è definito come focal point e coordinatore con UNESCO delle questioni relative al Patrimonio mondiale. Fondato nel 1992 in occasione delle celebrazioni ventennali della Convenzione, oltre ad organizzare la sessione annuale del Comitato e a supportare gli stati parte nella preparazione delle candidature, il centro organizza seminari tecnici e workshop, si occupa della comunicazione e formazione delle giovani generazione per accrescere consapevolezza dell’importanza di preservare il patrimonio.

Il Processo di Conservazione (da Il Patrimonio Mondiale ai giovani, UNESCO 2002)
1. Un paese diventa Stato Parte firmando la Convenzione, impegnandosi a proteggere il proprio Patrimonio.
2. Lo Stato Parte prepara una lista dei siti che considera di Valore Universale Eccezionale
3. Lo Stato Parte seleziona i siti di cui vuole proporre l’iscrizione alla lista (tentative list)
4. Il formulario completo per la candidatura è inviato al Centro Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
5. Il Centro Patrimonio Mondiale verifica che la documentazione sia completa e la invia agli Advisory bodies (ICOMOS e ICCROM e/o IUCN) per la valutazione
6. Esperti visitano i siti per valutarne il grado di protezione e gestione
7. Gli Advisory bodies valutano le proposte d’iscrizione sulla base dei criteri del patrimonio culturale e naturale e redigono un rapporto di valutazione
8. La decisione finale è presa dai 21 membri della Commissione per il Patrimonio mondiale che possono accettare o respingere l’iscrizione oppure rimandarla chiedendo ulteriori specifiche.
Il patrimonio mondiale in numeri, Settembre 2021 fonte whc.unesco.org

Le regole per dare concreta applicazione alla Convenzione si trovano nelle Linee Guida operative per l’implementazione della Convenzione. Le linee guida forniscono gli strumenti interpretativi delle definizioni dei beni contemplati nel testo convenzionale e forniscono le modalità per l’iscrizione degli stessi. Contengono i criteri per la selezione dei beni culturali e naturali, le modalità di presentazione delle candidature e l’iscrizione alla lista e le diverse procedure da eseguire per sottoporre la documentazione relativa alla gestione e al monitoraggio dei Siti già iscritti.

I criteri

Come identificare il Valore Universale Eccezionale di un bene/sito? Il Comitato, nelle Linee guida operative, indica i principi che i siti candidati devono soddisfare rispondendo a uno o più dei seguenti criteri:

  • (i) Rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo.
  • (ii) Mostrare un importante interscambio di valori umani in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi dell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio.
  • (iii) Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa.
  • (iv) Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana.
  • (v) Essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture) o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili.
  • (vi) Essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie dotate di un significato universale eccezionale.
  • (vii) Presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale o importanza estetica.
  • (viii) Costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative.
  • (ix) Costituire esempi significativi di importanti processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini.
  • (x) Presentare gli habitat naturali più importanti e significativi, adatti per la conservazione in situ della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione.

Nel processo di gestione dei Siti Patrimonio Mondiale si deve tener conto inoltre delle norme e dei principi generali dell’UNESCO che trovano applicazione, oltre che nelle Convenzioni e le Dichiarazioni, anche nelle Raccomandazioni e in altri strumenti riguardanti la cooperazione internazionale.

Il World Heritage Policy Compendium è un database che raccoglie le policies da applicare per la gestione, conservazione e tutela dei siti, organizzato in 5 obiettivi strategici: Credibilità, Conservazione, Formazione, Comunicazione e Comunità.

L’emblema del World Heritage è stato disegnato dall’artista Michel Olyff ed è stato adottato ufficialmente nel 1978.

Il quadrato centrale simboleggia i risultati dovuti alle capacità dell’umanità, il cerchio celebra il dono della natura. L’emblema è rotondo come il mondo, simbolo della protezione del patrimonio per tutta l’Umanità.

Il Logo del Patrimonio mondiale è costituito dall’emblema UNESCO (tempietto dorico) e il cerchio di Olyff, separati da una puntinatura verticale. L’utilizzo del logo mondiale è concesso solo previa autorizzazione del Comitato e sottoposto ad una serie di linee guida per l’utilizzo.

Emblema Patrimonio Mondiale disegnato da Micheal Olyff
Logo Patrimonio mondiale

Bibliografia e Webgrafia

  • Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale https://www.patrimoniomondiale.it
  • BARONCINI, E. (a cura di), Il diritto internazionale e la protezione del patrimonio mondiale, Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Bologna, 2019
  • Portale del World Heritage Centre: https://whc.unesco.org
  • Portale dell’Intangible Cultural Heritage (Patrimonio Mondiale Intangibile): https://ich.unesco.org/en
  • Portale Ufficiale della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco: https://www.unesco.it
  • Portale dell’archivio digitale UNESCO https://atom.archives.unesco.org/
  • UNESCO 2002, Il patrimonio Mondiale ai giovani, I libri dell’UNESCO, Armando, Roma 2002 UNESCO, ICOMOS, ICCROM, IUCN, Managing Cultural World Heritage, 2013, UNESCO WHC